lunedì 9 aprile 2012

Presentazione «Strenna dell'ADAFA» anno 2011




La S. V. è invitata
alla presentazione del volume
per l'anno 2011

presso la sede di
Via Palestro, 32 – Cremona

Sabato 14 aprile 2012 alle ore 17,30

Nell'attesa di incontrarci
porgiamo cordiali saluti

Il Presidente
RAFFAELLA BARBIERATO




Il volume «Strenna dell’ADAFA» per l’anno 2011
Si tratta del numero 1 della nuova serie, che coincide con l’inizio del cinquantunesimo anno della pubblicazione (che ha visto la luce nel 1961).

Il volume presenta una serie di interventi relativi alla storia e al paesaggio cremonese: si apre con un inedito di Giambattista Biffi (1736-1807), nome ben noto a Cremona, e precisamente l’edizione – a cura di Rossella Pulito – del manoscritto civico 36 della Biblioteca Statale di Cremona, che contiene un’opera intitolata dallo stesso Biffi Stricche, brevi racconti di fatti misteriosi scritti per il divertimento proprio e degli amici, con particolari invenzioni linguistiche e uso di dialetto e dialettismi, nei quali si prendeva gioco dei filosofi moderni, di chi non accettava le scoperte degli astrologi o i progressi della medicina.
Seguono a questo tre articoli su temi particolarmente importanti per l’ADAFA: Alberto Bernini (Il capitale sociale a Cremona) definisce come ‘capitale sociale’ di una comunità la disponibilità di pubblico e privati (fondata su una memoria storica condivisa e su un forte senso di appartenenza) a collaborare per la conservazione dei beni culturali e dell’ambiente; Riccardo Groppali (La fine del bel paesaggio italiano?) lancia un grido d’allarme sui rischi che corre l’ambiente italiano a causa sia dell’avidità di chi considera il suolo solo per il suo valore economico sia dell’ignoranza sulle conseguenze materiali degli interventi; Valerio Ferrari (Le acque superficiali della provincia di Cremona nel contesto storico-territoriale) fa una storia di questa vicenda, a partire almeno dal XIII secolo, per quel che riguarda la regolazione delle acque, che ha trasformato un territorio paludoso e boscoso in un fertile terreno agricolo.
Gli articoli successivi riguardano aspetti particolari della storia, politica e culturale, del Cremonese. Adelaide Ricci (Nel catalogo dei santi: riflessioni sulla santità di Omobono) riflette sul valore innovativo della proclamazione della santità di Omobono (il primo santo laico che non fosse di famiglia principesca); il secondo, di Rita Barbisotti la curatrice dell’intero volume – (Un editto del vescovo Cesare Speciano per i decurioni della città del 1602) tocca un aspetto particolare dello Speciano in tema di etica: fa infatti parte di una serie di sei editti che ammoniscono e denunciano variamente la corruzione pubblica. Verrà poi ripubblicato nel 1678 a spese della Comunità con l’intervento di un sagace amministratore, Giovan Ambrogio Biffi, bisnonno di Giambattista. Il terzo articolo, di Giovanni Fasani (Premessa ad uno studio delle stampe sulla ‘sorpresa di Cremona’ del 1702) riguarda un episodio della prima guerra di successione (quella per la corona di Spagna), la temporanea presa di Cremona grazie ad uno stratagemma da parte degli imperiali, notissimo per l’audacia dell’impresa e per il nome di chi la realizzò (il principe Eugenio di Savoia) e passa in rassegna la larghissima – e discorde – letteratura sulle vicende e gli esiti, militari e politici, del fatto d’armi. Il quarto articolo, di Gianpiero Goffi (Cavour a Cremona: la visita dello statista nel 1860) ripercorre la cronaca dell’evento, ivi compresa la rappresentazione dei bisogni della città (infrastrutture e sicurezza nelle campagne, travagliate da bande di malviventi) e la realizzazione di un monumento a Cavour, scolpito per l’occasione, che non piacque e fu ‘dimenticato’ sotto i portici del palazzo di giustizia. Fabio Perrone, nell’ultimo articolo (Ubaldo Ferrari e la critica musicale a Cremona nel primo Novecento), ricorda il Ferrari, avvocato penalista e docente di diritto e procedura penale all’Università Cattolica di Milano, musicista, promotore di manifestazioni musicali e acuto recensore delle medesime, e di altri problemi della nascente musicologia, soprattutto su «La vita cattolica» (le sue opinioni politiche gli precludevamo il «Regime fascista»). Chiude il volume, come di consueto, la rassegna delle mostre personali tenute all’ADAFA nell’anno 2010 a cura di Giorgio Boldoni.